Quello della chirurgia plastica è da anni un settore florido e neanche la pandemia da Covid-19 sembrerebbe aver arrestato la sua ascesa. Anzi mentre molti pazienti rifiutavano prestazioni mediche di vitale importanza intimoriti dal fatto di doversi recare in ospedale, altrettanti impavidi avventori affollavano sale operatorie e studi medici per concedersi qualche ritocchino. Infatti, al contrario di altre prestazioni specialistiche, come ad esempio le controlli ed interventi oncologici, le prestazioni di medicina e chirurgia estetica non hanno subito un significativo arresto nei mesi del lockdown.
Terminata la quarantena le richieste di ritocchi estetici sono aumentate di oltre il 30%, mastoplastica additiva, liposuzione e blefaroplastica gli interventi più gettonati mentre fra i trattamenti di medicina estetica regnano sovrani i filler nello specifico i più desiderati restano i filler labiali seguiti da filler al naso e dal riempimento delle rughe fra naso e bocca.
Alla radice di questo incremento c’è il fatto che la chirurgia estetica ha rappresentato una valvola di sfogo ed un porto sicuro per tante donne, ma anche uomini, che si sono sottoposti a trattamenti per correggere le proprie imperfezioni, notate ,magari, durante i lunghi mesi di confinamento domestico in cui lo smart working ha sottoposto tutti noi alla continua visione della nostra immagine proiettata sugli schermi di tablet, pc e smartphone nel corso di interminabili videoconferenze su Zoom. In molti hanno così immaginato la propria faccia da Zoom fatta di labbra più carnose, fox eyes, zigomi più voluminosi e si sono rivolti a medici e chirurghi per trasformare in realtà le proprie fantasie.
Infondo chi non ha mai invidiato l’aspetto di una celebrità hollywoodiana? Osserviamo la bellezza delle star sui magazine e sugli schermi, tutti noi lo facciamo, e desideriamo assomigliare a loro ,anche solo su Zoom o Skype.