Si è concluso martedì 6 ottobre il pellegrinaggio del Grand Magal a Touba, città santa per i muridi del Senegal. Questa repubblica dell’Africa occidentale, con 16 milioni di abitanti musulmani al 95%, quest’anno festeggia 60 anni di indipendenza dalla Francia. È un raro esempio di democrazia e convivenza pacifica nel continente.
Infatti essere musulmani in Senegal significa quasi sicuramente aderire a una delle confraternite sufi, che garantiscono stabilità e hanno un ruolo politico importante. La maggiore è la Tijaniyya, con sede in Marocco, col 49% dei senegalesi. Vengono poi le autoctone Muridiyya (31%) e Layeniyya (6%), e infine la Qadiriyya (8%), con la più antica presenza.
Muridismo: una spiritualità tutta senegalese
I muridi esercitano la maggiore influenza, e due terzi dei senegalesi in Italia appartengono a questa tariqa (confraternita). La storia del suo fondatore è intimamente connessa con quella del Senegal moderno.
Amadou Bamba (1853-1927) fonda la muridiyya nel 1883 e la città di Touba quattro anni dopo. Lo Cheikh conduce una lotta nonviolenta contro il colonialismo francese. I suoi trattati sulla religione promuovono il pacifismo, la virtù del lavoro, e la lotta agli istinti negativi. “Prega come se dovessi morire domani, lavora come se dovessi vivere per sempre” è il suo detto più citati.
Oltre alle dottrine dell’islam, il “triangolo muride” consiste in amore per Dio e per i suoi Cheikh, servizio e solidarietà per la comunità, e conoscenza. La confraternita è oggi guidata da un Gran Marabutto, nipote del fondatore, e organizzata in dahira, associazioni locali.
Il Grand Magal
Ogni 18 del mese islamico di Safar (la data gregoriana quindi cambia), oltre 3 milioni di pellegrini accorrono presso la tomba di Amadou Bamba, sepolto nel 1927 a Touba in quella che oggi è la più grande moschea dell’Africa subsahariana.
Il Gran Magal commemora il suo esilio da parte dei francesi in Gabon nel 1895. I riti includono la circumambulazione della moschea e la visita alla tomba dello Cheikh, il tutto accompagnato da balli e canti tipici dell’etnia wolof.
Il festival è la ricorrenza più importante del paese. È tradizione che i dirigenti politici visitino il gran marabutto e gli altri leader muridi, e grazie alle opportunità di networking che l’evento offre vengono conclusi molti affari nel mercato della città, il più grande della nazione.
Un altro modo si essere musulmani
L’islam in Senegal, dove il PIL continua a crescere, ha una dimensione spirituale molto forte. Mentre i paesi che lo circondano sono nel caos, questo paese è stato finora immune alla radicalizzazione. Le confraternite hanno giocato un ruolo importante in questo, nonostante l’ombra del salafismo stia ultimamente strisciando in questa oasi di pace.
I circa centomila senegalesi in Italia vivono e lavorano nel nostro paese dagli anni ottanta, concentrati principalmente a Roma, Genova, e in Lombardia