Perché una recita di bambini decapitati fa polemica

da Riccardo Onofri

Tutti ricorderanno i 21 martiri cristiani decapitati dai membri dello Stato Islamico nel febbraio del 2015 sulla spiaggia di Sirte, in Libia. I 20 egiziani copti, insieme a un giovane uomo del Ghana, lavoravano come operai nel paese vicino, nonostante il conflitto in pieno svolgimento, come tanti loro connazionali in fuga dalla miseria dei villaggi egiziani. Gli uomini erano caduti nelle mani dell’ISIS nei mesi precedenti e si erano coraggiosamente rifiutati di rinnegare la propria fede cristiana nonostante facendo ciò avrebbero potuto avere salva la pelle.

Nel filmato diffuso i cristiani vengono chiamati “gente della Croce, seguaci dell’ostile chiesa Egiziana”, e prima di procedere alla decapitazione il leader dei terroristi punta il coltello alla telecamera ed esclama in inglese: “We will conquer Rome, by Allah’s permission”. Alcune delle vittime invece possono essere viste ripetere più volte “Signore Gesù Cristo” al momento dell’esecuzione.

Le immagini dei giovani prigionieri vestiti in tuta arancione e sgozzati sulle rive del Mediterraneo hanno fatto il giro del mondo. I 20 copti si sono uniti alle schiere dei martiri della chiesa egiziana, il cui calendario è scandito da “anni dei martiri” contati a partire dalla persecuzione di Diocleziano del 241 d.C. Essi sono stati canonizzati dal papa Tawadros e i loro corpi riposano ora nella Chiesa dei Martiri eretta in loro onore.

Cinque anni dopo, un filmato ispirato a quell’evento sta generando polemiche. Il video, girato in una chiesa egiziana e postato sui social, mostra bambini che recitano la scena del martirio dei 21 cristiani. I bambini indossano una tuta arancione proprio come nell’originale. Uno di loro fa la parte del ghanese con la faccia dipinta di nero. Camminano a mani legate dietro la schiena e sono guidati da due adulti vestiti di nero che recitano la parte dei terroristi dell’ISIS. Dopo una finta decapitazione, i bimbi vengono incoronati da un prete.

Date le polemiche generate dal filmato, in una dichiarazione il vescovo locale ha affermato che i contenuti del video non sono appropriati né per l’età dei bambini né per la chiesa dove sono stati ripresi, un luogo di culto.

https://www.youtube.com/watch?v=Xedx4uhYJFA&feature=youtu.be

Sicuramente le immagini generano molte domande. È appropriato celebrare i martiri della chiesa in questo modo? È giusto educare bambini così piccoli e facilmente impressionabili a non rinnegare Cristo neanche davanti alla possibilità di una morte violenta? Era il caso di mimare su di loro una decapitazione? 

Una fede così vera sembra impensabile in un Occidente dove la religione, anche per quei pochi che la praticano, non è che un hobby, e dove è considerato doveroso schermare i bambini da ogni cosa che possa far loro realizzare che nel mondo esistono le malattie, la violenza, e la morte.

Ma forse non si può davvero comprendere cosa ha portato una parrocchia copta a organizzare quel tipo di recita se non alla luce della drammatica, ed eroica, storia dei cristiani egiziani, bagnata da 2000 anni dal sangue dei martiri.

Si può anche come

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