È ormai passato un anno dalla pubblicazione di Dove sei, mondo bello, ed eccomi qui, a parlarne ancora e a consigliarlo come se lo avessi appena letto. Come mai? Arriva un momento, anche più volte nel corso di un anno, in cui ci si chiede dove sia la vita che vediamo nei film o che vediamo vivere agli altri. La verità è che forse non c’è, o che forse si fa un po’ per uno. Secondo me è quello di cui parla questo libro, è quello che trasmette.
La Rooney, come Alice, protagonista del romanzo, scrive delle persone, della loro normalità. La nostra normalità: quei pensieri e quelle situazioni per cui si pensa di non essere normali, in questo libro sono lo standard. Il bello? Non parla di persone strane o geniali in modo assurdo, ma di stranezze quotidiane.
La trama in sé è semplice: Dove sei, mondo bello, segue le vite che si intrecciano di quattro personaggi, quattro ragazzi irlandesi, e sono loro a essere “complicati”. Il romanzo si apre su Alice, scrittrice che deve riprendersi da un crollo di nervi e che per farlo compra casa lontana dal caos della città. In questo caos prova a sopravvivere la sua migliore amica Eileen, appesantita da un lavoro precario come correttrice di bozze e da rapporti altrettanto instabili. Una volta trasferitasi, Alice conosce Felix, ed è proprio sugli scambi di questo incontro che comincia la storia: matchato su Tinder, Felix è un uomo che conduce una vita modesta (il che creerà contrasto con il successo di Alice) e dal passato problematico, per questo fin troppo schietto nelle sue relazioni interpersonali. Infine, c’è Simon, prima di tutto amico d’infanzia delle due protagoniste, poi consulente politico e uomo cattolico. Il suo passato si intreccia fittamente con quello di Eileen, percorrendo il leitmotif “come sarebbe stato se…”. Queste quattro vite a un certo punto si incastreranno tra loro, quando Eileen e Simon andranno a trovare Alice.
Come negli altri due romanzi, i personaggi sono persone vere, e in quanto tali non stanno per forza simpatici, non si empatizza sempre con loro, non hanno sempre ragione; a differenza dei primi due romanzi, la Rooney riesce a descriverli a 360 gradi, quindi un momento prima sono dolci, quello subito dopo sono egoisti, e questi cambiamenti che sulla carta possono risultare fin troppo repentini, in realtà nel corso nella storia danno il loro tocco di umanità e di movimento.
Sono tre i motivi per cui Dove sei, mondo bello secondo me va letto a prescindere dagli altri due romanzi, che siano piaciuti o no, che li si abbia letti o meno. Il primo è appunto l’umanità dei personaggi, questi protagonisti in cui chiunque può immedesimarsi. Certo, la Rooney è riconosciuta come voce generazionale e soprattutto come portavoce dei millennials, ma quando Alice esprime le sue ansie, quando Eileen si distacca dal mondo per la fretta che il lavoro le impone, la depressione, la precarietà, la famiglia che non arriva ma a trent’anni dovresti iniziare a pensarci… credo che siano argomenti che toccano più di una generazione.
Il secondo motivo è il pensiero collettivo che permea il romanzo. Durante tutta la storia, infatti, che non ha una trama intricata come il romanzo d’esordio Parlarne tra amici, e non vede crescere per anni i propri protagonisti come Persone normali, Alice ed Eileen portano avanti una conversazione via mail, nel tentativo di mantenere viva un’amicizia fatta di distanza. Queste mail parlano di tutto e niente: la bellezza, il riscaldamento climatico (o “eco-ansia” per usare un termine ancora più vicino a noi), l’amore, l’arte e la sua importanza nella crescita dell’umanità; nel frattempo ripercorrono alcune fasi della loro vita, i primi innamoramenti e le prime esperienze importanti, e anche questo rende il lettore partecipe, gli fa pensare “è successo anche a me”. Ritengo che la genialità della Rooney stia in questo: riporta tesi e antitesi di quelli che sono i pensieri di tutti noi, e riesce a sbatterteli in faccia con una delicatezza disarmante.
L’ultimo motivo, non meno importante degli altri, sono gli ultimi due capitoli. Non volendo fare spoiler, scriverò solo questo: un salto temporale non definito, un momento importante che ha segnato la vita di ognuno di noi. E quando inizi a leggere queste ultime pagine, ti sembra di aprire la porta di casa per scoprire che non dovrai preparare la cena, perché qualcuno l’ha fatto al posto tuo. Rincuorante, e un gran sollievo. Forse è strano consigliare un libro anche solo per i capitoli finali, ma se questa è la sensazione che ti possono far provare poche pagine, non ne vale la pena?
Per concludere, lo consiglio perché racconta la vita vera delle persone, il quotidiano, il brutto e il mediocre delle giornate, l’insoddisfazione, e in un mondo performante e all’inseguimento della perfezione forse c’è bisogno di ricordarsi che sbagliare è ancora umano. E i personaggi della Rooney sono come noi, realistici, imbranati, fallaci, e a volte con una totale incapacità di comunicare per paura di fare più danni.
Perciò, se state cercando un libro da leggere, e queste sono le sensazioni che volete vi trasmetta, Dove sei, mondo bello, è il libro per voi.
In ogni caso, buona lettura!
CHI È SALLY ROONEY
Irlandese di Castelbar, nata nel 1991, Sally Rooney è autrice, poetessa, e saggista. Ha scritto per riviste importanti come Granta, The White Review e The Stinging Fly. Il successo mondiale dei suoi romanzi, Parlarne tra amici (2017), Persone normali (2018), Dove sei, mondo bello (2021), fa sì che la critica la includa nei maggiori autori contemporanei, in particolare è identificata come voce di una generazione, quella dei millennials.
In Italia i suoi libri sono editi da Einaudi, pubblicati a un anno di distanza rispetto alla data di uscita dell’opera in lingua originale.