Perché la Danimarca vuole vietare la circoncisione

da Riccardo Onofri

Il parlamento danese voterà presto una proposta di legge per vietare la circoncisione non terapeutica sui minori, un’iniziativa del Dansk Folkeparti, il Partito Popolare Danese.

Proposte di legge simili sono attese nei prossimi mesi anche in Finlandia e Belgio, e negli ultimi anni già numerosi legislatori e attivisti in Islanda, Germania e Svezia hanno tentato di vietare la pratica.

La mutilazione genitale maschile, o circoncisione, che consiste nel rimuovere il prepuzio dell’organo sessuale maschile, è un obbligo religioso per gli ebrei e i musulmani. I primi la praticano a otto giorni dalla nascita del neonato, i secondi, che nel Nord Europa sono molto più numerosi, la praticano in genere durante l’infanzia.

Già da anni si parla molto, e giustamente, della mutilazione genitale femminile. Essa prevede la rimozione del clitoride ed eventualmente altre parti della vulva. E’ tradizione in alcuni paesi, come l’Egitto e il Pakistan: i genitori delle bambine spesso le mandano nel paese d’origine per sottoporsi all’operazione per poi tornare in Europa. Questa pratica barbarica è giustamente illegale nella gran parte dei paesi europei. Tuttavia, la stessa attenzione non è data alla mutilazione genitale maschile (MGM), che alcuni giudicano ugualmente violenta e contro i diritti umani fondamentali.

Forse è proprio la natura religiosa di questa pratica a rendere l’argomento così spinoso.

Alcuni esponenti della comunità ebraica danese avrebbero affermato che molti ebrei danesi hanno già deciso che circoncidere un bambino indifeso senza il suo consenso non è una buona idea, e che per questa ragione è giusto aspettare i 18 anni.

Chi sostiene il divieto della circoncisione coatta sui minori a scopi non terapeutici, come il Dansk Folkeparti, asserisce che la proposta di legge non è né antisemita né islamofobica, ma che è una questione di diritti umani. Il ministero della giustizia danese ha affermato che essa non viola la clausola sulla libertà di religione della costituzione danese, né alcun trattato dell’UE o internazionale a cui aderisce la Danimarca.

La circoncisione non è clinicamente necessaria – con alcune eccezioni – è una mutilazione genitale proprio come con la circoncisione femminile, è permanente, e viene eseguita su un minore senza il suo libero consenso informato. Basterebbero questi semplici dati per comprendere le ragioni di chi afferma che la MGM non ha posto nel 2020.

Cosa succederebbe se arrivasse una religione che crede che essere mancini sia il male, e che quindi recide la mano sinistra di tutti i bambini a otto giorni dalla nascita? Dovrebbe essere permesso? Se è permesso mutilare un bambino per credenze religiose, chi può dire che tagliare la mano di un bambino per credenze religiose sia sbagliato?

Il fatto che in molti casi la circoncisione maschile non ha gravi conseguenze  – anche se sono numerosi i casi di morte, infezione, rimozione totale dei genitali, o di problematiche insorte successivamente – non cambia il diritto all’integrità del proprio corpo. My body my choice è uno slogan che dovrebbe valere per tutti. In fondo, fa parte dei valori moderni europei il principio che non puoi forzare la tua religione sul corpo di qualcun altro, a maggior ragione se in maniera permanente e su un organo così importante e delicato come quello sessuale. Per questa ragione negli ultimi anni sono sorte numerose associazioni che combattono la mutilazione genitale maschile coatta sui minori.

Libertà religiosa vuol dire essere liberi di mutilare permanentemente un figlio? O forse è ora, nell’Europa del 2020, mettere fine a questa pratica?

Si può anche come

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