A un mese dalle elezioni, Trump non ha tardato a nominare un giudice che sostituisca Ruth Bader Ginsburg, morta di cancro a 87 anni, paladina dei liberal nella Corte Suprema degli Stati Uniti d’America. Amy Coney Barrett (n. 1972), cattolica con sette figli, si sottoporrà all’approvazione del senato per unirsi alla Corte. Trump ha già nominato due giudici: Neil Gorsuch, episcopaliano, e Brett Kavanaugh, cattolico.
I nove membri della Corte Suprema servono a vita o fino alle dimissioni e vengono rimossi solo se imputati dal parlamento – cosa avvenuta solamente nel 1804. Dal 1803 la Corte Suprema esercita un potere enorme poiché in quanto interprete della Costituzione può annullare le leggi promulgate dagli stati. Fu la Corte a vietare la segregazione razziale scolastica nel 1954, a dichiarare l’aborto un diritto nel 1973, e a imporre il matrimonio gay nel 2015. Con la Barrett la maggioranza conservatrice potrebbe fare dietrofront sugli ultimi due temi. Chi siede alla Corte Suprema ha un potere cruciale.
“Il dogma vive forte dentro di te”: questo commento della senatrice democratica Dianne Feinstein durante l’udienza di conferma per la Corte d’Appello di Amy Coney Barrett nel 2017 è diventato per molti un simbolo del pregiudizio antireligioso dei democratici.
La Barrett, discepola del giudice della Corte Suprema cattolico Antonin Scalia (1936-2016), è infatti una fervente cattolica. La sua famiglia frequenta People of Praise (PoP), una comunità laicale, ecumenica, e carismatica, dove una fede viva e intensa e fenomeni come la glossolalia, la profezia, e l’effusione dello Spirito Santo sono comuni.
Sul suo sito, People of Praise si descrive come “caratterizzata da amicizie profonde e durature. Condividiamo le nostre vite insieme spesso in piccoli gruppi e in riunioni di preghiera più grandi. Leggiamo insieme la Scrittura. Condividiamo i pasti insieme. Partecipiamo l’un l’altro ai battesimi, ai matrimoni e ai funerali. Ci sosteniamo a vicenda finanziariamente, materialmente e spiritualmente. Ci sforziamo di vivere la nostra vita quotidiana nelle nostre famiglie, nei luoghi di lavoro e nelle città in armonia con Dio e con tutte le persone”
I leader di PoP sono tutti uomini. Ogni membro ha un direttore spirituale più maturo: uomo per gli uomini, donna per le nubili, il marito per le sposate. Dopo almeno tre anni nella comunità, si ha la facoltà di impegnarsi permanentemente con una “alleanza”, contribuendo oltre al tempo e ai talenti il 5 percento del reddito lordo.
Per il momento, la Barrett, che è contraria all’aborto, ha rifiutato di discutere pubblicamente dei suoi legami con People of Praise, ma la questione è senza dubbio destinata ad essere sollevata durante l’udienza di fine ottobre presso il senato.