Le imprese della moda sono tra le più interessate alla trasformazione in società benefit. Il motivo va rintracciato in una delle tendenze più discusse dell’ultimo decennio: la sostenibilità. Approfondiamo l’argomento con Nicola Paparusso docente di sociologia della moda e fondatore di African Fashion Gate e con Adriano Marsala esperto di B-Corp.
Un nuovo modo di fare azienda Un modo rivoluzionario di fare profitto che è un ibrido di due concetti fin ora considerati agli antipodi, “for-profit” e “non-profit”, fusi nel modello “for-benefit”: aziende con l’obiettivo di generare reddito attraverso il perseguimento di una missione sociale. Una modalità nata negli Stati Uniti nel 2010 e arrivata in Italia nel 2016, ancora poco conosciuta ma in linea con questo momento storico di cambiamenti, in bilico tra la pandemia, la crisi del petrolio, la spinta delle rinnovabili, e soprattutto consumatori sempre più selettivi, alla ricerca di brand in cui identificarsi non solo in quanto a stile, ma anche per i valori di cui gli stessi brand si fanno portabandiera.
Adriano Marsala cosa sono esattamente le Società Benefit?
“Le Società Benefit (SB) rappresentano un’evoluzione del concetto stesso di azienda. Mentre le società tradizionali esistono con l’unico scopo di distribuire dividendi agli azionisti, le società benefit sono espressione di un paradigma più evoluto: integrano nel proprio oggetto sociale, oltre agli obiettivi di profitto, lo scopo di avere un impatto positivo sulla società e sulla biosfera. Una Società Benefit è uno strumento legale che crea una solida base per l’allineamento della missione nel lungo termine e la creazione di valore condiviso. Consente quindi proteggere la missione in caso di aumenti di capitale e cambi di leadership, creare una maggiore flessibilità nel valutare i potenziali di vendita e mantenere la missione anche in caso di passaggi generazionali o quotazione in borsa. Non si tratta di Imprese Sociali o di una evoluzione del non profit, ma di una trasformazione positiva dei modelli dominanti di impresa a scopo di lucro, per renderli più adeguati alle sfide e alle opportunità dei mercati del XXI secolo. Dal gennaio 2016 l’Italia ha introdotto, prima in Europa e prima al mondo fuori dagli USA (dove la forma giuridica di Benefit Corporation, equivalente alla Società Benefit italiana, è stata introdotta dal 2010 e ora esiste in 33 Stati), la Società Benefit per consentire a imprenditori, manager, azionisti e investitori di proteggere la missione dell’azienda e distinguersi sul mercato rispetto a tutte le altre forme societarie attraverso una forma giuridica virtuosa e innovativa.”
Quali sono le caratteristiche fondamentali delle Società Benefit?
Le Società Benefit, perseguono volontariamente, nell’esercizio dell’attività d’impresa, oltre allo scopo di lucro anche una o più finalità di beneficio comune. Per beneficio comune si intende il perseguimento di uno o più effetti positivi (perseguibili anche riducendo gli effetti negativi) su persone, comunità, territori e ambiente, beni ed attività culturali e sociali, enti e associazioni ed altri portatori di interessi. Le Società Benefit perseguono tali finalità di beneficio comune in modo responsabile, sostenibile e trasparente e la loro gestione richiede ai manager il bilanciamento tra l’interesse dei soci e l’interesse della collettività.
Per legge le SB devono nominare una persona del management che sia responsabile dell’impatto dell’azienda e si impegnano a riportare in maniera trasparente e completa le proprie attività attraverso una relazione annuale di impatto, che descriva sia le azioni svolte che i piani e gli impegni per il futuro.
Nicola Paparusso quale è stato il percorso di introduzione delle Società Benefit in Italia
Dal 2006 un movimento globale di imprese, le B Corp® certificate, ha promosso l’introduzione di una sostanziale modifica nell’essenza delle aziende, ovvero nello statuto e nell’oggetto sociale. Secondo la dottrina italiana, infatti, le aziende esistono per perseguire un unico scopo, ovvero distribuire dividendi agli azionisti: questo è un elemento strutturale che limita la possibilità del management di innovare in direzioni utili per la società, oltre a rendere vulnerabili le aziende virtuose di fronte ad eventi quali cambi del management o dei suoi orientamenti, ingresso di nuovi azionisti, quotazioni in borsa ecc.
Quale scopo hanno le Società Benefit quindi?
Una Società Benefit è una società tradizionale con obblighi modificati che impegnano il management e gli azionisti a standard più elevati di scopo, responsabilità e trasparenza. Nello specifico: le Società Benefit si impegnano a creare un impatto positivo sulla società e la biosfera, ovvero valore condiviso, oltre a generare profitto. La sostenibilità è parte integrante del loro business model e le SB creano condizioni favorevoli alla prosperità sociale e ambientale, oggi e nel futuro. Si impegnano a considerare l’impatto dell’impresa sulla società e l’ambiente, al fine di creare valore sostenibile nel lungo periodo per tutti gli stakeholder.
Sono tenute a comunicare annualmente e riportare secondo standard di terze parti i risultati conseguiti, i loro progressi e gli impegni futuri verso il raggiungimento di impatto sociale e ambientale, sia verso gli azionisti che verso il grande pubblico.
Ma è sempre così?
Ovviamente no! Sono state definite Società Benefit aziende terziste di illustri brand con tanto di codice etico che al loro interno vedevano andare via fino a 15 lavoratori su 60 perché trattati male dai titolari, aziende terziste che producevano in Romania e poi etichettavano Made in Italy. Insomma, ancora molto c’è da fare in termini di controllo e certificazione delle Società Benefit.
