LO UTAH DEPENALIZZA LA POLIGAMIA: UNA VITTORIA PER LA LIBERTÀ RELIGIOSA

da Riccardo Onofri

Lo Utah ha finalmente depenalizzato il matrimonio plurimo. La storia di questa pratica e quella di questo bellissimo stato nordamericano sono inseparabili. I mormoni poligami erano resi vulnerabili da leggi che consideravano la poligamia un reato penale. La depenalizzazione è un passo positivo per la libertà religiosa.

Martedì 12 maggio nello stato americano dello Utah è finalmente entrato in vigore il Senate Bill 102, legge già approvata a febbraio dalla legislatura dello stato e firmata dal governatore Gary Herbert a marzo. Il Senate Bill 102 declassa la bigamia da reato di terzo grado, punibile con fino a cinque anni di galera, a semplice infrazione, al pari di una multa per eccesso di velocità, per capirci. Sia ben chiaro: lo Utah, come tutti gli Stati Uniti, non riconosce la validità dei matrimoni contratti quando uno dei due partner ha già un altro coniuge. Fino al 13 maggio però, chiunque convivesse con più di un partner che considerava proprio coniuge era perseguibile a norma di legge, anche se le autorità dello stato già da tempo avevano smesso di applicare la legge eccetto in casi che coinvolgessero minori.

La legge, una vittoria per la libertà religiosa, ha suscitato reazioni diametralmente opposte nello Utah, dove la poligamia è un tema scottante, e dove un numero sorprendentemente alto di famiglie praticano questo principio. 

Perché la poligamia è un tema così controverso in questo bellissimo stato americano? 

La storia di questa pratica, conosciuta come matrimonio plurimo, e dello Utah, sono inseparabili. Infatti questa dottrina è stata introdotta nel territorio dai pionieri di fede mormone, che per primi colonizzarono la Valle del Lago Salato nel 1847. Secondo la versione accettata dalla maggior parte degli storici, il fondatore e profeta della Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni (nome ufficiale della chiesa mormone), Joseph Smith, introdusse la dottrina del matrimonio plurimo clandestinamente a una ristretta cerchia di fidati, quando i mormoni si trovavano ancora nello stato dell’Illinois. Accusato di essere un poligamo dai suoi detrattori, il profeta negò sempre, fino a quando nel 1844 finì ucciso da una folla inferocita nella prigione di Carthage.

A succedere a Smith fu Brigham Young, carismatico leader che guidò i mormoni, non più benvenuti in Illinois, in una grande colonizzazione del Far West. Nel 1847 i pionieri mormoni giunsero nello Utah, all’epoca un territorio messicano, e guidati dal presidente Young, si adoperarono con la laboriosità che li caratterizzava per edificare Sion nella Valle del Lago Salato. Salt Lake City è tuttoggi la sede centrale della Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni.

Fu così che nel 1852 Brigham Young, già entusiasta poligamo, rese il matrimonio plurimo dottrina ufficiale della chiesa mormone. Seguirono numerosi scontri tra coloni mormoni e governo americano, e un’intensa persecuzione che durò decenni. Nonostante la guerra scatenatagli contro dal governo federale americano, che nel frattempo avevano sottratto lo Utah al Messico, i membri della Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni continuarono a praticare con ostinatezza il matrimonio plurimo, che ritenevano necessario per raggiungere il più alto status nell’aldilà. I mormoni in molti casi finivano in prigione per la loro fede, in altri casi sceglievano di migrare in Messico e stabilire colonie oltreconfine (è in una di queste colonie che nacque il padre di Mitt Romney, ex candidato repubblicano alla Casa Bianca).

Esausto e costretto a vivere da fuggiasco, il quarto presidente della chiesa, Wilford Woodruff, accettò infine di abbandonare la pratica, e lo Utah divenne il quarantacinquesimo stato dell’Unione nel 1896. I membri della chiesa continuarono a contrarre matrimoni poligami fino al primo decennio del ‘900, l’ultimo presidente poligamo della chiesa morì nel 1945, e gli ultimi matrimoni plurimi tra membri della chiesa si estinsero negli anni cinquanta. Fin dall’inizio del secolo scorso, la Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni ha fatto di tutto per prendere le distanze dalla poligamia e per dissociarsi da essa. Da ribelli che erano, oggi i mormoni godono di una reputazione di cittadini modello, e la famiglia (rigorosamente monogamica) ha un ruolo centrale nelle vite dei membri. Tuttavia, molte persone continuano ancora a pensare ai mormoni come poligami, e questo alla chiesa non è mai andato giù. Per questa ragione oggi i membri della chiesa, che nello Utah costituiscono ancora la maggioranza della popolazione, si sono in molti casi trasformati nei più acerrimi oppositori dei gruppi poligami.

Infatti, il matrimonio plurimo era un principio così centrale nella Chiesa Mormone di fine ‘800, che quando esso fu abbandonato, nei decenni a seguire moltissimi membri formarono gruppi scismatici per continuare a vivere questa pratica. Oggi nello Utah vivono più o meno 30.000 individui in comunità poligame, ma il numero reale è difficile da stimare, poiché vi sono comunità poligame di tutti i tipi e un sostanziale numero di “poligami indipendenti”. La comunità più famosa è la Chiesa Fondamentalista di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni, le cui donne indossano prairie dress che ricordano lo stile di alcuni gruppi anabattisti, con i quali vengono spesso confusi. Sono un gruppo controverso divenuto famoso quando una decina di anni fa il loro leader e profeta Warren Jeffs venne arrestato per aver sposato e abusato ragazze minorenni. Molti altri gruppi però, come quello di Centennial Park, denunciano ogni forma di abuso e non praticano matrimoni con minorenni. In altre comunità, addirittura, sono le donne ad avere il compito di cercare e scegliere chi vogliono sposare. Infine, come scritto sopra, moltissimi poligami non appartengono ufficialmente a nessun gruppo, e praticano la poligamia in segreto mantenendo un profilo basso, in rari casi frequentando la chiesa “ufficiale” (che però li scomunica immediatamente se scoperti). Insomma, il panorama del fondamentalismo mormone è molto variegato e composito. L’atteggiamento di molti membri della chiesa mainstream, che deriva in parte dal comprensibile desiderio di non essere in alcun modo associati al matrimonio plurimo, è quello di fare di tutta l’erba un fascio, e condannare senza mezzi termini tutti i poligami a prescindere.

Insomma, la Chiesa Mormone è passata dall’essere perseguitata per la propria fede a “strizzare l’occhio” alle autorità che perseguitano i gruppi poligami per la loro fede. Molti nella Chiesa vorrebbe che le comunità poligame sparissero perché esse sono una spina nel fianco che ricorda a tutti il recente passato dei mormoni, che la chiesa vorrebbe (a torto o ragione dipende dai punti di vista) cancellare dalla memoria. Ma la legge dello Utah che fino al 12 maggio considerava la bigamia un reato di terzo grado era sbagliata e ingiusta per una ragione di principio e per una ragione pratica.

La libertà di conscienza e di praticare la propria fede è un principio fondamentale conenuto nel primo emendamento della costituzione americana. Condannare una persona solo perché convive con più donne che considera sue mogli è profondamente ipocrita in una società dove agli adulti viene riconosciuto il diritto ad avere rapporti sessuali consenzienti con altri adulti seza limiti di numero. Perché avere rapporti sessuali con due donne è permesso, ma diventa vietato nel momento in cui un uomo le considera entrambe proprie mogli? I voti religiosi scambiati tra due persone adulte e consenzienti appartengono alla sfera della libertà personale e religiosa.

La seconda ragione è di natura pratica. Infatti il risultato ottenuto dalla persecuzione legale dei poligami era che questi in molti casi tendevano a nascondere la propria identità e minimizzare il più possibile i contatti con le autorità. Quando una persona ha paura di andare in ospedale o di recarsi in questura per sporgere un denuncia, questo è un problema soprattutto per i più vulnerabili. Essere costretti a vedere con sospetto e timore il mondo esterno, insieme al senso di persecuzione, ha contribuito ad alimentare in alcune comunità poligame una cultura di chiusura, omertà, e affidamento cieco ai leader religiosi.

Da qualche anno questo si è capito nello Utah, dove ormai le autorità non applicavano più la legge sulla bigamia se non in casi di abuso o che coinvolgessero minorenni. La decisione dello stato di rendere la poligamia una semplice infrazione è un passo positivo per la libertà religiosa, per l’integrazione delle famiglie poligame, e perché i mormoni dello Utah facciano pace con una pratica che è parte integrante della loro storia.

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