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giovedì, Dicembre 5, 2024

L’EMDR, LA TERAPIA CONSIGLIATA DA CHIARA FERRAGNI

Una terapia efficace per il trauma

Non è stato Woody Allen, stavolta, a parlare di psicoanalisi. E neanche uno scrittore più o meno famoso, o un altro personaggio caro alla nostra intellighenzia.

E’ stata solo una giovane donna, un’ influencer, anzi la regina delle influencer. E allora, non trattandosi di Woody Allen,  qualcuno si è chiesto a che titolo abbia potuto farlo,  grazie a quali frequentazioni o a quali competenze personali.

Sì, stiamo parlando ancora di Chiara Ferragni. E delle reazioni di sufficienza che ricorrentemente scatena, che  non sono certo una novità, come ha ricordato Nicola Paparusso in uno degli ultimi editoriali di questa stessa rivista. 

https://vociinpasserella.it/linvidia-chi-la-prova-la-nasconde-mase-parliamo-di-chiara-ferragni/

Come ha osato Chiara Ferragni parlare di psicologia, arrivando addirittura a consigliare, in un suo recente video postato sul suo straseguito profilo Instagram, un particolare metodo terapeutico, l’EMDR, indicandolo proprio come “una terapia molto efficace per i traumi”?

https://www.hotspotcelebrities.com/chiara-ferragni-mi-avete-scritto-in-tanti-raccontandomi-le-vostre-storie-di-violenze/

L’endorsement di Chiara Ferragni è giunto – alla stessa Associazione Italiana per l’EMDR – come del tutto inaspettato, una vera propria sorpresa. E’ stata poi l’Associazione, incuriosita dalle sue dichiarazioni, a contattarla e a sapere che le cose erano andate proprio così come l’influencer aveva raccontato: Chiara è in psicoterapia, con uno psicoterapeuta che non usa l’EMDR; avendo ricevuto centinaia e centinaia di messaggi e di richieste di aiuto da parte di ragazze che le raccontavano storie di abusi, di stupri o tentativi di stupro, insomma di traumi o di maltrattamenti, la Ferragni avrebbe semplicemente chiesto un consiglio al proprio psicoterapeuta e questi le avrebbe fornito l’informazione che per i traumi e gli abusi esiste una terapia molto efficace che si chiama EMDR e così lei é andata personalmente a documentarsi in  rete, ha verificato  e ….. deciso di parlarne. Tutto qui.

Ok, qualcuno come al solito ha fatto il “rosicone”, sempre per citare Nicola Paparusso e il suo editoriale, qualcuno ha storto il naso, ma gli psichiatri e gli psicologi seri di questo Paese sono in realtà grati e riconoscenti a Chiara, perché consapevoli della correttezza  del messaggio che la Ferragni ha deciso di inviare alle proprie follower! Un messaggio che non ha certo indicato l’EMDR come l’unica forma accreditata di trattamento per i disturbi che seguono gli abusi o altri traumi, ma che ne ha invece  parlato come di una terapia elettiva e ampiamente riconosciuta dalla comunità scientifica internazionale per curare gli effetti patologici che possono seguire a eventi traumatici.

Ma in che cosa consiste l’EMDR? 

Che cos’è la terapia suggerita da Chiara Ferragni?

L’EMDR  – acronimo per Eye Movement Desensitization and Reprocessing – rappresenta senz’altro una delle maggiori novità apparse nel panorama scientifico della psicoterapia negli ultimi anni: l’EMDR, infatti, sfrutta i movimenti oculari da stimolazione bilaterale alternata per facilitare e accelerare la desensibilizzazione e la elaborazione di eventi traumatici disturbanti.

Attraverso una procedura ormai ben consolidata, il terapeuta aiuta infatti il paziente a ripercorrere e a rivivere – con l’immaginazione e in condizioni di sicurezza – l’evento traumatico e allo stesso tempo a seguire le sue dita che si muovono velocemente da destra a sinistra o a ricevere altri tipi di stimolazione sensoriale alternata e bilaterale.

Il riconoscimento internazionale

L’EMDR, ideato negli ultimi anni del secolo scorso dalla psicologa californiana Francine Shapiro, ha ricevuto nel tempo riconoscimenti internazionali sempre più importanti, che lo hanno accreditato come una terapia elettiva per il Disturbo da Stress Post-Traumatico (PTSD). nel 2000 l’EMDR è stato inserito nelle linee guida dell’International Society for Traumatic Stress Studies: “La terapia EMDR ha una forte raccomandazione per il trattamento di bambini, adolescenti e adulti con PTSD”. Una raccomandazione forte significa che sono disponibili trattamenti con una buona qualità della ricerca e la massima certezza dell’effetto ed è la valutazione più elevata che possa essere data a un trattamento. Oltre agli effetti sulla riduzione clinica dei sintomi, sul miglioramento del funzionamento/qualità della vita, l’EMDR è stato considerato un “Intervento con prove evidenti negli adulti come intervento precoce, in fase acuta…Una singola sessione di EMDR entro i primi 3 mesi da un evento traumatico ha mostrato l’efficacia per la prevenzione e il trattamento del PTSD negli adulti.

Nel 2001 anche lo United Kigdom Department of Health lo ha inserito tra le terapie evidence based, in altre parole tra quelle “dimostrate scientificamente”. Nel 2004 l’ American Psychiatric Association ne ha segnalato l’efficacia. Nel 2007, la prestigiosa rivista The British Journal of Psychiatry ha indicato l’EMDR come un trattamento di elezione nel campo del trauma. Infine, dal 2013, la stessa Organizzazione Mondiale della Salute lo consiglia per la sua ormai ampiamente riconosciuta efficacia, come “trattamento efficace e con una base scientifica significativa per i problemi legati a stress e traumatizzazione”.

Ancor più recentemente l’EMDR ha ricevuto anche altri riconoscimenti, finendo persino su Nature, una delle riviste scientifiche più prestigiose al mondo,  che ha pubblicato una ricerca sui meccanismi di funzionamento cerebrale dell’EMDR, condotta perchè – così hanno scritto gli Autori dell’articolo – l’EMDR è ritenuto un trattamento efficace per il PTSD. 

EMDR e neurofisiologia

Ma attraverso quali meccanismi di funzionamento neurofisiologico agisce l’EMDR? Innanzitutto,  permette al paziente una riesposizione graduale e in condizioni di sicurezza al materiale traumatico e grazie ai movimenti oculari sembrerebbe indurre dei cambiamenti sinaptici direttamente legati all’elaborazione dei  ricordi ed effetti sulla memoria assimilabili per certi versi a quelli che si verificano durante le fasi REM del sonno.  I movimenti oculari indurrebbero una risposta di rilassamento per mezzo della formazione reticolare del cervello. Tale attivazione inibirebbe il Sistema Nervoso Simpatico, favorendo la desensibilizzazione della risposta ansiosa di allarme e di ipervigilanza. Sono molti gli studi che mostrano come l’EMDR conduca addirittura verso una risincronizzazione elettrica dei due emisferi. Molti studi hanno mostrato una riduzione della vividezza delle immagini legate al ricordo traumatico, dei pensieri relativi ad esso, dell’emozione collegata, un incremento della flessibilità cognitiva, oltre a vari cambiamenti fisiologici come il rallentamento del battito cardiaco. L’EMDR condurrebbe anche a una normalizzazione dei livelli di cortisolo nel sangue, notoriamente alterati nel PTSD.

L’importanza di curare gli effetti dei traumi

Particolarmente indicato nella cura del PTSD, l’EMDR si è via via trasformato in un in un approccio sempre più raffinato, complesso e globale, in grado di affrontare gran parte dei disturbi psicopatologici, compresi depressione, fobie, attacchi di panico e disturbi del comportamento alimentare.

Del resto, l’importanza dello stress, dei lutti, del maltrattamento domestico, dell’abuso infantile, e di altri eventi di vita negativi come importanti fattori di rischio per l’insorgenza o l’aggravamento di  qualunque malattia è ormai ampiamente riconosciuta dalla letteratura psichiatrica.

Le esperienze traumatiche, infatti, condizionano non solo lo sviluppo psicologico e la salute mentale delle persone, non solo  la loro capacità di stabilire relazioni affettive soddisfacenti, ma addirittura il funzionamento del Sistema Nervoso, dell’apparato neuroendocrino, del benessere fisico durante l’intero arco dell’esistenza. 

Un vero e proprio labirinto, insomma,  quello del trauma, un groviglio di strade  nel quale è tanto facile “perdersi” quanto difficile uscirne. Allora l’EMDR può costituire davvero quel filo di Arianna indispensabile a riattraversare i percorsi intricati degli eventi traumatici e a permettere  di ritrovare finalmente la propria strada verso l’uscita. E bene davvero ha fatto Chiara Ferragni a ricordarlo e a invitare le tante giovani vittime di situazioni difficili a non vergognarsi, a non sentirsi in colpa, a  chiedere aiuto, a cercare un professionista qualificato nel trattamento degli effetti del trauma. E il risultato sembra proprio esservi stato: in pochi giorni, dopo il video dell’influencer, le visualizzazioni giornaliere del sito web della Associazione Italiana per l’EMDR www.emdritalia.it sono arrivate a oltre quattordicimila. Quindi grazie, Chiara Ferragni, anche a nome di tante ragazze (e ragazzi)!

Antonio Onofri
Antonio Onofri
Antonio Onofri è medico psichiatra, psicoterapeuta membro del Direttivo della Associazione Italiana per l’EMDR. Professore a contratto di Psichiatria presso Sapienza Università di Roma. Fa parte del Comitato Scientifico della Scuola di Specializzazione in Psicoterapia Training School di Roma e di Jesi. www.scuolapts.it E’ Dirigente Medico presso il Servizio Psichiatrico dell’Ospedale Santo Spirito di Roma e Presidente dell’Unità di Terapia del Trauma del Centro Clinico de Sanctis di Roma. Ha pubblicato diversi articoli scientifici e libri sul tema del trauma, del lutto, della depressione e della psicoterapia. Ha contribuito a fondare, insieme a Fabio Albertelli e a Cecilia La Rosa, un portale dedicato alla psichiatria e alla psicologia che si chiama www.apertamenteweb.com

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