La pandemia da Covid-19 ha messo in difficoltà tutte le Nazioni del Mondo ma ad avere la peggio sono stati i Paesi in via di sviluppo dove la Pandemia ha alimentato le preesistenti piaghe economiche e sociali.
Le mutilazioni dei genitali femminili sono un oltraggio ai diritti umani e vengono considerate un crimine dalle leggi internazionali, sono di fatto proibite in numerosi Stati ma secondo l’OMS questa pratica è ancora radicata in più di 30 paesi Africani. Si stima che, in tutto il mondo, oltre 200 milioni di bambine e donne siano state vittime di mutilazioni e questo numero è cresciuto di altri due milioni durante l’attuale pandemia da Sars-Cov 2.
Secondo i dati delle associazioni umanitarie che si battono contro le FGM (Mutilazioni dei Genitali Femminili) il Covid-19 ha avuto un forte impatto negativo sull’impegno per l’abolizione di questa pratica. Daniela Gierschmann membro di “Medica Mondiale” , organizzazione per i diritti delle donne, ha affermati che la crisi economico-sanitaria generata dalla pandemia ha causato un significativo aumento delle violenze sessuali e domestiche, delle gravidanze fra le adolescenti e una diminuzione di quella che è l’attenzione delle istituzioni nell’arginare le FGM.
Inoltre, la Gierschmann ha spiegato come le famiglie più indigenti siano più propense a dare in moglie le proprie figlie, anche bambine, in periodi di grande difficoltà quando diventa difficile poter sfamare tutti e le mutilazioni dei genitali femminili tutt’oggi, in alcuni Paesi africani, sono parte integrante dei rituali di matrimonio.
Nei Paesi dell’Africa occidentale a causa del virus sars-Cov 2, sono state interrotte le campagne di sensibilizzazione nelle scuole e nessuno presta attenzione alle ragazze, di fatto non viene notato se si assentano o abbandonano gli studi. Anche l’assistenza sanitaria risulta essere significativamente limitata poiché si da priorità ai pazienti Covid.
Un barlume di speranza nasce dal fatto che, in alcune parti del West Africa, molte donne avendo già vissuto il peggioramento delle loro condizioni dovuto al dilagare dell’Ebola hanno utilizzato la pregressa esperienza per creare delle linee telefoniche amiche rivolte a ragazze e donne a rischio.
Fra le donne coraggio che hanno dedicato la loro vita a combattere le FGM spicca il nome di Rugiati Turay, mutilata a soli 12 anni e che oggi quarantasettenne lotta affinché nessuna bambina debba subire una simile violazione. Lo scorso 24 Ottobre Turay ha ricevuto il premio al coraggio civile e integrità politica “Theodor Haecker” assegnato dalla città tedesca di Essligen. In questa occasione Turay si è detta ogni giorno più motivata nel continuare la sua battaglia alle FGM per proteggere le donne e le bambine che vengono violate, forzate a rinunciare alla propria istruzione, costrette a sposarsi e ad essere completamente dipendenti dai propri padri e mariti.