LA MODA AFRICANA: L’INIMITABILE

da Mariteou Dione
la moda nata in Africa è un’altra cosa e si allontana molto dagli stereotipi con cui spessissimo viene identificata in Europa.

L’ARTE PERÒ NON SMENTISCE MAI LA SUA SUPREMAZIA SU FRONTIERE E TERRITORI

Come africana, sono sempre stata colpita dalla frase che spesso ho sentito dire in Europa: che l’Africa è un continente in movimento. In realtà, prima della colonizzazione europea non esistevano, soprattutto nella sua parte subsahariana, vere e proprie frontiere. Vi erano, invece, i cosiddetti imperi portatili, la cui estensione geografica era variabile, ed i regni acefali, cioè senza una capitale stabile. L’unica realtà politica veramente fissa per i miei avi era l’appartenenza ad una tribù o a una determinata etnia. Sono certa che questa mia premessa non vi indurrà a pensare che l’Africa sia un continente senza storia, senza civiltà o arte pensiero molto diffuso invece nell’Ottocento, quando, ad eccezione dell’Egitto e delle terre che si affacciano sul Mediterraneo, lo credevano un vasto territorio ai margini delle vicende mondiali, creando così un vero e proprio buco nero nella storia dell’umanità deriva.  L’arte però non smentisce mai la sua supremazia su frontiere e territori. Un poco in tutto il mondo, spesso, gli artisti hanno tratto ispirazione dal mondo africano ed uno fra questi è sicuramente Picasso, il quale nel 1937, parlando con l’amico André Malraux, gli confidò  la controversa emozione provata nel visitare una di quelle esposizioni parigine: “Tutt’oggi parlano dell’influsso che gli africani hanno esercitato su di me. Quando andai al Vecchio Trocadéro, avrei voluto andarmene subito, ma non riuscivo a distaccarmi da quanto avevo davanti agli occhi. Compresi che mi stava succedendo qualcosa. Le maschere non erano come le altre sculture: erano qualcosa di magico, si ergevano contro tutto, contro gli spiriti ignoti e minacciosi. E io continuavo ad ammirare quei feticci… E capii. Anch’io mi ergo contro tutto. Anch’io credo che tutto è sconosciuto, tutto è nemico”. Ho citato Picasso, ma risulta invece che la prima grande personalità del 1900 ad essere influenzata dall’arte africana e dalle varie esposizioni del British Museum e del Museo d’Etnografia di Parigi, fu senz’altro Henri Matisse, tra i primi dei Fauve a diffondere l’arte Nera. In essa Matisse aveva riconosciuto una forza primordiale e un’essenzialità formale estrema.

STILE AFRO O ETNICO, MA LA MODA AFRICANA È QUALCOSA DI PIÙ DELL’IDEA DI “TRIBALE”

Anche la Moda non è rimasta indifferente all’Africa e, ad essere oggetto del suo interesse sono stati soprattutto i colori, i tessuti e le fantasie. In realtà però il panorama fashion in Africa è diverso da quello proposto nel mondo occidentale. Si parla tanto di stile Afro o Etnico, ma la moda africana vera è qualcosa di più dell’idea di “tribale” diffusa in occidente. I colori e le fantasie rappresentano la pura gioia di vivere, i gioielli che tintinnano a causa delle naturali movenze coreografiche dei passi di noi donne africane, sono musica a tutti gli effetti. I tessuti che vengono utilizzati rievocano fortemente l’Africa, come ad esempio il bogolan vegetale, reso prezioso da pittogrammi che raccontano la storia di una tribù distinguendola fortemente da un altra, il velluto di corteccia, il kente, detto stoffa dei re, tessuto in varie fantasie, oppure anche il wax, lavorazione portata dagli olandesi, ma diventato il tessuto tipico di Giava.

DAL MALIANO CHRIS SEYEDOU ALLA SENEGALESE TOUTY IN ARTE BIJOU

Gli stilisti africani sono tantissimi ma soltanto pochi hanno avuto successo in Europa o Occidente. Tra questi posso ricordare il maliano Chris Seyedou.  Antisignano della promozione dello stile africano sulla scena internazionale. Divenne famoso durante gli anni ’80 per l’adattamento di materiali tessili, come il bogolan, alla moda haute couture. Le passerelle europee apprezzarono molto il suo lavoro perché occidentalizzò i modelli dei suoi abiti accostandoli però a tessuti africani con un risultato inedito, innovativo e soprattutto seducente. del suo continente d’origine risultava totalmente inedito.  Dopo Seyedou è facile ricordare l’ivoriano Pathé O, al quale è stato riconosciuto il merito di aver creato la prima linea prêt-à-porter africana, in cui si mescolavano lo stile street e stampe wax oppure le grafiche senegalesi, nigeriane e ivoriane.

Anche le donne non mancano in questo settore: la senegalese Oumou Sy stilista e costumista cinematografica e teatrale e il suo “Leydi”, atelier di formazione per l’arte del costume nell’antico quartiere di Medina, una bottega artigianale dove si realizzano tutte le fasi della creazione stilistica, dalla progettazione degli abiti alla tessitura tradizionale, alla produzione di gioielli. Oumon Sy è promotrice della Settimana Internazionale della Moda che si tiene al Metissacana, il primo cyber cafè di Dakar.  Un’altra stilista nota in Europa per aver unito all’alta moda un coinvolgimento sociale ed economico con le sue collezioni “Made in Senegal” realizzate per consentire la possibilità anche di un consumo locale e quindi non molto dispendioso è la mia connazionale TOUTY meglio conosciuta come Bijou e che ho avuto il piacere di visitare nel suo atelier.   È nata  invece in Angola ma vive a Milano: Susana Traça. Le sue calzature costituiscono un ponte tra il mondo Afro a quello delle scarpe di stile europeo, con equilibrio e buon gusto. Col suo ethno-chic composto da geometrismi arricchiti da colori esplosivi è riuscita a  rievocare le sue origini sublimandole.

PAROLA DI AFRICANA

Non posso affermare che l’african style che vediamo sulle passerelle europee non renda omaggio alla cultura del mio continente, ma vi prego di credermi quando affermo che la moda nata in Africa è un’altra cosa e si allontana molto dagli stereotipi con cui spessissimo viene identificata in Europa. Ha una sua forte identità e una connotazione estetica. La moda africana ed è dotata di un proprio linguaggio capace di coniugare in maniera unica la tradizione con l’originalità. Il fatto che il legame con le tradizioni e con la stessa terra di origine continui ad influenzare così prepotentemente lo stile africano nella moda, poi, la rende sicuramente diversa da tutte le altre culture.

Si può anche come

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