Anche se per molti è ancora difficile pensare all’attività di influencer come un vero lavoro, visti i numeri di questo comparto è bene ricredersi. Nel 2019, in Italia, il settore degli influencer ha raggiunto il valore di 241 milioni di euro e, a causa della pandemia, si prospetta un calo del fatturato, nel 2020, pari a -25% (dati Izea).
Eppure non esiste lavoro più social di quello dell’influencer! Come è possibile che in un momento in cui tutte le attività produttive si sono riversate sull’online, gli influencer, che già presidiavano queste piattaforme, siano in crisi? La risposta è semplice: sopravvive solo chi ha qualcosa da raccontare e sa come raccontarlo.
Negli ultimi anni c’è stato un boom degli influencer e in molti casi vi era una moltiplicazione di soggetti che raccontavano una quotidianità piuttosto simile: vite da favola, shopping, viaggi, vacanze, feste. Ciò che attirava realmente il pubblico non era l’influencer in sé, ma la vita che conduceva. Nel momento in cui, a causa del lockdown, è venuta meno, anche per gli influencer, la possibilità di raccontare una vita da sogno, la maggior parte di loro hanno mostrato una quotidianità banale e scarsamente interessante. Gli influencer si sono quindi trovati a dovere inventare un nuovo modo di raccontarsi e di fatto, chi non aveva reali contenuti e vere abilità, non è riuscito a superare il lockdown, perdendo follower e conseguentemente contratti con le aziende per le sponsorizzazioni.
Questa situazione sottolinea l’importanza per le aziende di scegliere il giusto influencer per pubblicizzare i propri prodotti. Non basta un numero elevato di follower per potersi definire influencer, l’influencer è colui che, attraverso una comunicazione pervasiva, riesce realmente a diffondere un messaggio, di qualunque natura esso sia. E per fare ciò l’influencer deve avere creato, nel corso del tempo, una solida fan base che si fidi delle sue indicazioni e che lo segua quotidianamente.
Un esempio di cosa sia successo, in quest’ultimo periodo, nel mondo degli influencer è Chiara Ferragni. La vita della Ferragni, fatta di sfilate e passerelle, durante il periodo del lockdown si è trasformata come quella di tutti gli italiani. Ciononostante, la Ferragni non solo ha saputo mantenere il suo ruolo di influencer, ma lo ha incrementato. In un primo momento ha utilizzato i suoi canali per diffondere messaggi informativi riguardo il covid-19 e per campagne di beneficienza. In questo modo ha fidelizzato i suoi utenti che hanno continuato a seguirla assiduamente anche quando ha modificato la sua immagine passando da fashion girl a casalinga disperata. Un cambiamento che le ha dato la possibilità di creare un nuovo tipo di narrazione, di mostrarsi vicina al suo pubblico e di intraprendere nuovi contratti di collaborazione con aziende, che prima erano molto distanti dalla sua immagine (come le aziende del settore alimentare).
Chiara Ferragni è un’eccellenza nel settore degli influencer e lo ha dimostrato anche in questa occasione, ma non tutti sono come lei. Il lockdown è stata un’occasione per le aziende per capire il vero valore degli influencer e per rivedere i criteri con cui scegliere la persona più adatta per il proprio brand.