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domenica, Settembre 8, 2024

ITALIANS DO IT BETTER

Questa frase, molto provocatoria, era impressa su una T Shirt della pop star Madonna negli anni 80. E, sebbene l’allusione fosse di natura sessuale, molti americani pensavano invece alla parmigiana di melanzane, alla pizza, al vino e soprattutto alla moda

Non c’è dubbio, gli americani subiscono il fascino dello stile italiano e a New York in particolare la moda italiana ha un posto di eccellenza. Tra le scintillanti vetrine del Fashion District, i marchi italiani non si contano e nel guardaroba di star e vip della Grande Mela non manca mai un capo Made in Italy. Così, i newyorchesi che abitano o lavorano a Manhattan sono costantemente circondati dalla moda italiana.

Italia è sinonimo di fascino ed eleganza. In tutto il mondo gli italiani sono famosi per quel certo non so che, anche quando sono vestiti con semplicità, riesce a distinguerli. Si chiama stile e a New York, dove la moda è una cosa seria, gli italiani hanno una vera e propria reputazione per essere stylish. Moda è prima di tutto abbigliamento. I tessili sono stati tra i primi prodotti italiani a farsi conoscere e apprezzare all’estero, aprendosi al mercato globale millenni fa. Già nell’antichità la moda romana, che a sua volta era il risultato di un mix di stili e materiali presi a prestito dalle culture con cui Roma via via entrava in contatto, aveva oltrepassato i confini dell’impero conquistando il gusto di donne e uomini di terre lontane. Il Rinascimento segnò un’altra importante fase di successo per la moda italiana, anche grazie alle nobildonne italiche che, sposando nobili di altre nazioni, portavano nelle corti europee il proprio stile. Oggi il tessile rappresenta un’importante voce dell’economia italiana.

il Made in Italy

Apprezzato in tutto il mondo, il Made in Italy produce ricchezza, puntando all’alta qualità e all’innovazione in ogni settore. Le caratteristiche più ricercate dai mercati globali sono la versatilità, la creatività, il designe la propensione al tailor-made.  Sebbene l’eccellenza delle piccole e medie imprese italiane venga ricercata ovunque nel mondo, c’è un Paese che apprezza il Made in Italy sempre più: gli Stati Uniti. Ma quali sono i motivi per cui gli USA sono un territorio così appetibile per l’imprenditoria italiana? E perché i nostri imprenditori dovrebbero puntare a un processo di internazionalizzazione aziendale proprio in questo territorio? Ecco i motivi principali. 

Think big

Gli Stati Uniti sono da sempre riconosciuti come la potenza mondiale per eccellenza. Con circa 320 milioni di abitanti, rappresentano il terzo paese più esteso al mondo: questa caratteristica deve essere presa in considerazione, in quanto, investire in un mercato così grande, può garantire una competitività maggiore. 

Attrattività del mercato

L’etichetta del “Made in Italy” è sinonimo di artigianalità ed eleganza. In un territorio in cui sono le multinazionali a fare da protagoniste, la sartorialità del prodotto manifatturiero italiano è sempre più ricercata. 

Un paese pro-business

Gli USA sono un Paese dal respiro fortemente internazionale e sono sempre più aperti e pronti ad accogliere nuove idee di business. Questo fatto è dimostrato anche da una burocrazia snella, che favorisce l’apertura di una potenziale società nel territorio e, da una multi-culturalità che pervade non solo gli aspetti sociali ma anche quelli economici degli Stati Uniti. Portare il tuo business in America, quindi, significa aprirsi ad un mercato in cui le diversità intrinseche dei prodotti sono ben accette. 

USA=prestigio

Se il Made in Italy è sinonimo di sartorialità, esportare in USA significa prestigio assicurato. Gli Stati Uniti, infatti, vengono considerati dal resto del mondo come la culla delle migliori idee di business innovative. Decidendo di entrare nel mercato americano, l’azienda italiana potrà godere di una maggiore visibilità a livello globale. 

Prospettive di accordo USA-UE

La politica commerciale americana sta cercando di favorire i rapporti commerciali con l’Europa al fine di garantire una maggiore integrazione dei due mercati. I piccoli imprenditori italiani, dunque, potranno risultare più agevolati nei processi di internazionalizzazione. In conclusione, l’internazionalizzazione non è sicuramente un processo da sottovalutare: l’imprenditore che vuole affrontare questa strada deve decidere cosa esportare, scegliere i canali giusti e l’area adatta da presidiare.

In piedi da sinistra l’ex acclamatissima stella del football americano Andy Salandy creatore del brand statunitense di abbigliamento sportivo TiDi apparel, Yorda Shenen ed il sociologo della moda Nicola Paparusso

Quando i brand americani scelgono di produrre in Italia

Supera i 23 miliardi di dollari lo stock complessivo degli investimenti diretti americani in Italia. Di questi, la parte del leone spetta all’industria manifatturiera (dove si concentra il meglio del Made in Italy e dell’artigianato) con 8,2 miliardi di dollari. È notizia recentissima che l’ex acclamatissima stella del football americano Andy Salandy creatore del brand statunitense di abbigliamento sportivo TiDi apparel, sia in Italia ed in particolare nel Veneto per scegliere le aziende che produrranno le sue nuove collezioni che già oggi indossano i più amati sportivi stelle e strisce. Un convinto estimatore del Made in Italy l’ex campione al punto tale che ha trasferito in Italia non soltanto l’intera produzione dello sportwear ma anche quella dell’abbigliamento elegante destinato a vestire gli atleti americani nei momenti di rappresentanza.  “Ho visitato alcune sartorie e laboratori tessili molto rinomati del Veneto e sono rimasto affascinato della maestria impareggiabile di Carlo Barba al quale ho chiesto di creare una collezione per uomo e una per donna destinata a inorgoglire in termini di moda gli atleti americani. Conto sulla sua collaborazione cosi come su quella di altri designer e aziende italiane” afferma Andy Salandy all’uscita della Sartoria Cavour di Povegliano Veronese e sorridendo aggiunge “Amo l’Italia e tutto ciò che crea e produce in termini di bellezza e qualità e non soltanto nella moda. Amo la cucina italiana ed in particolare la pizza ed…. il calzone”

Da sinistra Andy Salandy, Yorda Shenen, Carlo Barba ed il sociologo
della moda Nicola Paparusso

YORDA SHENEN a treviglio 

Il make up Made in Italy conquista (sempre di più) gli americani. Gli Stati Uniti hanno guadagnato la terza posizione, dopo Francia e Germania, tra le destinazioni delle esportazioni italiane di cosmetici. Sul mercato Usa il make up made in Italy è al primo posto tra i più venduti con un valore superiore ai 106 milioni di euro, pari al 27% dell’esportato italiano verso l’America. 

Ed ecco che Yorda Shenen, affascinante imprenditrice statunitense del make up sceglie una nota azienda di Treviglio per produrre la sua più innovativa linea di cosmetica destinata a finire non soltanto nella borsetta delle star hollywoodiane ma anche in quella di tutte quelle donne che amano i prodotti di bellezza di elevata qualità.

Yorda Shenen, affascinante imprenditrice statunitense del make up

Riccardo Onofri
Riccardo Onofri
Riccardo Onofri. Politologo. Classe 1993. Si è laureato in Relazioni Internazionali alla Luiss di Roma con una tesi sugli aspetti religiosi della rivalità tra Iran e Arabia Saudita. Da sempre appassionato di sociologia delle religioni, non si tira mai indietro dall’approfondire l’argomento “in prima persona”... con conseguenze a volte inaspettate! Nel tempo libero gioca a ultimate frisbee.

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