È fuori dubbio quanto il sorriso sia davvero un elemento centrale del nostro stile di vita, quanto conti, quanto potere, fascino, relazioni e opportunità riesca a distribuire. Il sorriso non semina solo seduzione, fascino e dunque bellezza, ma innanzitutto crea relazioni. Unisce laddove siamo spesso divisi. Il sorriso, essendo contagioso, comunità specie se diventa un’abitudine. Quando gli altri vedono il sorriso sul tuo volto, anche loro sono portati a sorridere e ad essere ben disposti nei tuoi confronti. E se sorridi o addirittura ridi a te stesso, anche quando la situazione non ti porta a farlo e non ne avresti voglia, automaticamente ti sentirai meglio e questo porterà una maggiore propensione al sorriso, innescando un circolo che ti farà di sicuro star meglio, più rilassato, e superare tante difficoltà con più facilità.
Il nostro sorriso è come un biglietto da visita che presentiamo a chi ci troviamo di fronte e che fornisce una prima impressione di noi stessi; è importante nella nostra quotidianità, per il nostro benessere e per la nostra autostima. Un bel sorriso, luminoso e proporzionato, si riflette anche sulla bellezza generale del nostro viso.
Ma dove sta il sorriso in questo tempo a volto coperto? Da quasi un anno ormai, causa covid, è stato di fatto abolito il sorriso pubblico. Il sorriso è riservato al focolare domestico. La nostra mimica, i messaggi non verbali sono stati rinviati a tempo indeterminato. Dobbiamo per forza di cose rimpiazzare il sorriso per comunicare il saluto, la gioia, l’affermazione o la vicinanza, con gesti di altre culture, come alzare il pollice o darsi il gomito.
SORRIDERE FA BENE ALLA SALUTE
Se poi consideriamo gli aspetti legati alla salute, sorridere porta innumerevoli benefici. Dal rilassamento generale alla riduzione degli effetti nocivi dello stress, dall’azione calmante nei confronti del dolore al conferimento di uno stato di ottimismo e gioia che aiuta a combattere la depressione. E si potrebbe continuare.
Il sorriso migliora, quindi, la salute ma rende anche più belli. Le persone sorridenti sono sempre più belle e poi, il sorriso, migliorando l’umore e riducendo lo stress, aiuta a vivere meglio e rendere di più in tutte le nostre attività.
MA LA MASCHERINA PUÒ DANNEGGIARE IL SORRISO OLTRE A NASCONDERLO?
Risponde alle nostre domande la Dottoressa Alessandra Cordioli dello studio dentistico associato Cordioli Ciscato di Villafranca di Verona.
La mascherina, importante per ridurre i contagi da coronavirus, può se indossata a lungo favorire problemi dentali come carie, disturbi gengivali, alitosi?
Carie, disturbi gengivali o alitosi sono i primi campanelli di allarme per la salute orale che ci indicano che qualcosa non sta andando per il meglio. Per questo il consiglio è quello di eseguire l’igiene dentale professionale periodica perché grazie a questa pratica si eliminano i batteri che costituiscono la placca e il tartaro che sono i primi responsabili di carie, disturbi gengivali ed alitosi.
In bocca abbiamo un miliardo di batteri per ml di saliva. Questi batteri aderiscono alle superfici del cavo orale e li “si siedono comodamente”. Non è un grosso problema per le guance e la lingua perché sono tessuti che si esfoliano perciò i batteri se ne vanno velocemente. Il vero problema è che aderiscono e rimangono sulla superficie dentale.
L’igiene domiciliare con l’uso di spazzolino in primis e filo interdentale poi, ci permettono di ridurre al minimo il deposito di placca e quindi mantenerci al meglio, ma vanno sempre integrati con l’igiene professionale in base alle esigenze della persona. Si perché ci sono persone che stanno bene e non sono mai andate dal dentista, mentre altre hanno bisogno di essere seguite per mantenere la loro salute orale che altrimenti sfuggirebbe dal controllo con rischi dell’instaurarsi di alcune patologie.
Alla luce di queste considerazioni, l’uso della mascherina si può intuire che per fortuna non altera la carica batterica del cavo orale e quindi da questo punto di vista non influisce in modo negativo sulla nostra salute orale.
La pandemia ha fatto registrare una minore attenzione all’estetica dentale?
Altro punto interessante da discutere è l’attenzione che le persone hanno verso l’estetica.
Oggi sempre più spesso si ricorre allo sbiancamento dentale e alle faccette dentali (presidi che permettono dopo un attento studio del caso di modificare definitivamente forma e colore dei denti a proprio piacimento)
E’proprio la pulizia dei denti legata a un trattamento sbiancante a essere la ragione primaria per far visita a un dentista secondo un recente sondaggio. Anche durante la pandemia, passato ovviamente il Lockdown e tornati in studio, le persone hanno mantenuto la stessa frequenza nel mantenimento delle igieni con sbiancamento e molte persone hanno anche intrapreso il percorso di rifacimento con le faccette del proprio sorriso. Crediamo che anche con la mascherina il pensiero di essere a posto con se stessi sia la vera leva che spinge le persone ad intraprendere questo bellissimo percorso. Unito a questo l’ottimismo delle persone verso una risoluzione e un nuovo inizio li porta a considerare questo periodo un buon momento di preparazione per una rinascita!!!
Si è detto che la maggiore ansia determinata dal distanziamento sociale e dal lockdown ha fatto registrare molti casi di bruxismo o il serramento dei denti. Come possono scongiurarsi le complicanze di queste due patologie?
Il Bruxismo è una parafunzione, quindi non è una patologia, ma allo stesso tempo è un’attività anomala non finalizzata ad uno scopo. Questo fenomeno è più marcato durante il sonno ed è causato dalla contrazione involontaria dei muscoli implicati nella masticazione con conseguente sfregamento e/o serramento, involontario e violento, dei denti delle due arcate, inferiore e superiore. Questo fenomeno, talvolta, può essere rumoroso e fastidioso, e può portare anche al consumo delle superfici occlusali dei denti. L’arrivo della pandemia ha sicuramente condotto le persone verso un periodo di incertezza. L’importanza di questa situazione lo si percepisce anche dal fatto che anche la letteratura scientifica si è mossa per trattare l’argomento evidenziando come le persone in quarantena e soggette al distanziamento sociale possono sviluppare sentimenti di solitudine e di ansia. È ben consolidata l’importanza dei fattori psicosociali nello sviluppo e nel mantenimento dei Disturbi come il bruxismo. Tutti i problemi psicologici coinvolti in situazioni di emergenza come quelle affrontate dalla pandemia COVID-19 sono in grado di innescare una catena di eventi che culminano con livelli più elevati di attività del sistema nervoso simpatico e ulteriore rilascio di steroidi surrenalici che portano a vasocostrizione muscolare e aumento della resistenza vascolare periferica. Tutti questi eventi portano ad un sovraccarico del sistema e quindi contrazioni muscolari e di conseguenza anche dolori ai muscoli e alle articolazioni. Purtroppo oggi non esiste un trattamento risolutivo del bruxismo, ma si possono adottare alcuni rimedi. Rivolgersi all’odontoiatra è risolutivo per il trattamento di problematiche già in corso come l’usura di alcuni denti e per scongiurarne il peggioramento o l’inizio si consiglia l’utilizzo di un bite fatto su misura, che consiste in una placchetta di resina trasparente che si interpone tra le arcate. La sua funzione è di proteggere le superfici dei denti e grazie al suo spessore permette di rialzare la masticazione di un paio di millimetri creando una condizione di rilassamento muscolare.
In caso di stress o sintomi ansiosi, invece, può essere utile ricorrere a tecniche di rilassamento o se necessario rivolgersi a figure specializzate come psicologi o psicoterapeuti. Il trattamento del bruxismo, pertanto, non è semplicissimo, poiché deve tenere in considerazione tutti i fattori che possono averne contribuito all’origine, richiedendo talvolta, quello che può essere definito come un approccio multidisciplinare.