I NONNI NON SARANNO MAI FUORI MODA

da Nicola Paparusso
Siamo cresciuti con quei racconti, con quell’inguaribile dolore che potevi intravedere da quegli occhi che ripercorrevano una delle pagine più buie del Novecento

UCCIDE SENZA CONCEDERE ALLE ANZIANE VITTIME NEMMENO LA POSSIBILITÀ DI UN ULTIMO SALUTO O DI RICEVERE LA CAREZZA DAI PROPRI CARI. 

Sono andati via così, in silenzio, e chi li ha visti morire dice di avere ancora nella mente il loro sguardo colmo di tristezza e smarrimento. Sono andati via così coloro che nella vita hanno combattuto e non hanno mai smesso di farlo, per la propria famiglia, per la Patria, in passato, per il nostro presente e sperando di aver fatto del loro meglio per il nostro futuro. Sono andati via senza un saluto i nostri nonni, i nostri genitori, che ne hanno viste di tutti i colori, fame, povertà e che di guerra ne avevano già vissuta una, la più atroce, fatta di bombe e di lager. Siamo cresciuti con quei racconti, con quell’inguaribile dolore che potevi intravedere da quegli occhi che ripercorrevano una delle pagine più buie del Novecento. Ho perso amici, parenti di amici, conoscenti.

Nei miei pensieri, le tantissime immagini di desolazione che la tv ed i quotidiani hanno pubblicato. Bare, bare, bare e nessun volto ma numeri. Dentro di me solo un grande, immenso deserto e infinite domande. Una legione di professori, specialisti di tutti i settori, opinionisti, giornalisti, politici, ecc. e un torrente di frasi, teorie, assunti, previsioni e analisi. Rimbalzano nella mia testa parole irrepetibili per l’orrore che esprimevano come ad esempio quelle del presidente brasiliano Jair Bolsonaro, parlando a Brasilia con i giornalisti che lo incalzavano sulla diffusione del coronavirus e sulle misure di contrasto messe in atto dal governo: “L’Italia è una città… un Paese pieno di vecchietti, in ogni palazzo c’è almeno una coppia, come a Copacabana, per questo motivo ci sono tanti morti”.

NON C’È UN MOMENTO GIUSTO PER MORIRE, NEPPURE QUANDO SI È ANZIANI

Tanti genitori e nonni hanno più di 80 anni: solleva sapere che a morire sono, e potrebbero essere, soprattutto loro? “si ma era molto anziano”, “sapevo però che era già malato”. Tutte questi pensieri, saranno utili a diluire una sofferenza, magari aggiungendo una preghiera, o diventeranno l’alibi che renderà possibile assolvere una coscienza indurita dalla nostra società?

Credo fortemente che non c’è un momento giusto per morire, neppure quando si è anziani.  Molte delle persone che hanno perso la vita nel duello contro il virus non erano nemmeno entrate nell’età pensionabile o al più fruivano del bonifico dell’INPS da qualche mese, dopo un’intera vita di sacrifici. Una mia personale convinzione è che questi anziani sono morti, tanti per il contagio, ma non pochi per la scelta di lasciarsi andare, perché depressi in quanto privati della possibilità di vedere i familiari per il forzato isolamento della struttura. Morire da soli credo sia di un dolore inenarrabile. Chi muore da solo in queste modalità è privato della possibilità di congedarsi dalla vita, di salutarla e salutare, di dire all’altro delle cose importanti e custodite nel cuore e nella mente.

non c’è un momento giusto per morire, neppure quando si è anziani

Capisco che non si poteva pensare a tutto e tutti in un momento cosi difficile e caotico, ciò non significa che dovevamo sottovalutare questo incommensurabile patrimonio che sono gli anziani o in talune occasioni abbandonare al loro destino chi ha raggiunto l’età della saggezza, come alcune volte è stato ventilato in certi ambienti razionalisti. Questa sciagura ci deve insegnare che è necessario garantire politiche che tutelino le fondamenta della nostra società: i nostri genitori e i nostri nonni. Speriamo di che questo brutto momento converta i suoi dolorosi effetti in riscoperta della solidarietà a favore dei più deboli, alla bellezza di una serata in famiglia accanto alle persone care lontani da celluari e vicino a quei figli troppo spesso affidati alla Rete e agli Schermi, in nome di alcuni doveri che alla fine prevalgono sui rapporti umani e famigliari.

Si può anche come

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