Le minoranze etniche spesso incontrano difficoltà nell’accesso all’assistenza sanitaria e quando riescono ad ottenere assistenza le prestazioni, in molti casi, non sono paragonabili a quelle ricevute da persone bianche.
L’ennesimo episodio di razzismo in ambito sanitario risale a qualche giorno fa. Quando presso l’Ospedale di Santa Maria della Pietà a Roma, una donna africana recatasi in ambulatorio per effettuare una visita cardiologica è stata invitata ad allontanarsi dalla sala d’attesa dall’infermiera di triage. La donna alla reception dopo aver visionato l’impegnativa per visita cardiologica ed i documenti della signora ha provato a mandarla via con disprezzo, dicendole “ Non voglio toccare i tuoi documenti, questo non è il tuo posto. Vai via.” Per fortuna una delle persone presenti ha deciso di intervenire schierandosi dalla parte della donna africana affinché quest’ultima avesse accesso alla prestazione sanitaria che le spettava.
Ad esempio, le persone nere hanno più probabilità di sviluppare patologie, come: diabete, ipertensione e disturbi cardiovascolari, mentre le morti per asma fra i bambini di colore sono più del 55% se comparate ai bambini bianchi.
Ma perché la comunità nera è più malata e muore prima? Sono molti i fattori che contribuiscono all’aumento del tasso di morbilità e uno di questi è l’assistenza sanitaria ricevuta dalle persone di colore. Infatti, troppo spesso, le persone nere non ricevono cure della stessa qualità di quelle ricevute dai caucasici e questa sanità di seconda mano accorcia le loro vite.
Le persone di colore affette da patologie cardiovascolari ricevono cure più vecchie, più economiche e meno innovative rispetto alla controparte bianca. I pazienti neri hanno minor probabilità di ricevere un bypass coronarico o operazioni di angioplastica, e queste disparità valgono anche per altre malattie, ad esempio le donne nere spesso non ricevono un trattamento di radioterapia adiuvante dopo una mastectomia e anche durante la gravidanza ed il parto hanno un’assistenza a stento sufficiente, che frequentemente sono fatali sia per la gravida che per il neonato. Inoltre i pazienti di colore tendono ad essere dimessi prima dagli ospedali, anche quando queste dimissioni frettolose sono inappropriate.
In certi casi gli approcci impropri del personale sanitario nei confronti dei pazienti neri sono legati a dei vecchi stereotipi come il fatto che nell’800 si credeva che i neri avessero una pelle più spessa e per questo sentissero meno dolore a causa di questa assurda convinzione sono ancora molti i medici che sono restii nel prescrivere antidolorifici o somministrare quantità appropriate di anestetico a pazienti di colore, perché convinti che il dolore lamentato non sia del tutto veritiero.