Sono valide solo le conversioni fatte tramite il rabbinato ortodosso o anche quelle effettuate dai rabbini di altri movimenti dell’ebraismo, come quello riformista (che è il maggiore negli USA)? Chi si è convertito, ad esempio, con un rabbino conservatore, è un vero ebreo?
La domanda non è affatto retorica in Israele, perché secondo la Legge del Ritorno tutti gli ebrei, inclusi i convertiti, possono ottenere la cittadinanza e fare alià, stabilendosi permanentemente nello Stato Ebraico e godendo dei pieni diritti politici.
Ebbene, se per anni l’establishment ortodosso ha goduto del monopolio assoluto sulle conversioni riconosciute dallo stato, da qualche giorno non è più così. Infatti, un’ordinanza del primo marzo della corte suprema israeliana ha imposto al governo di permettere a degli individui che si sono convertiti all’ebraismo non ortodosso in Israele di diventare cittadini, suscitando forte sostegno da parte degli ebrei riformisti e conservatori (i due maggiori gruppi non ortodossi) e la condanna dei rabbini ortodossi.
La sentenza riguarda solo le conversioni effettuate in Israele ed è arrivata 15 anni dopo che alcuni convertiti non ortodossi hanno presentato per la prima volta una petizione alla corte. Fino ad ora, il governo israeliano ha riconosciuto i convertiti all’ebraismo riformista e conservatore solo se convertiti fuori da Israele, ma solo ai fini della cittadinanza: Il Gran Rabbinato, che per legge ha la sola autorità sulle questioni religiose in Israele, non considera questi convertiti veramente ebrei. “Quello che i riformatori e i conservatori chiamano ‘conversione’ non è altro che una falsificazione dell’ebraismo”, ha affermato il rabbino capo sefardita Yitzhak Yosef. Anche l’autorità dei tribunali riformisti e conservatori in Israele sul diritto di famiglia è sempre stata rifiutata.
La decisione è arrivata appena tre settimane prima che gli israeliani vadano alle urne per la quarta volta in meno di tre anni. I partiti ortodossi del paese, un blocco politico potentissimo e sempre più numeroso, vogliono introdurre delle norme per annullare la sentenza e, se vuole il loro sostegno, Benjamin Netanyahu non può che appoggiarli.