Black excellence fuori da Tokyo 2020

da Farida Marotta Zare
Sha'Carri Richardson

Quelle di Tokyo 2020 potrebbero essere Olimpiadi prive di black excellence ? Dopo aver conquistato il suo biglietto per i giochi di Tokyo grazie alla vittoria nei 100 metri con un tempo di 10.86 secondi, la  ventunenne velocista afroamericana Sha’ Carri Richardson rischia di non poter far parte del team USA.

Risale a pochi giorni fa la notizia della sua positività al THC durante i trials statunitensi per le Olimpiadi. Sebbene la Cannabis sia legale in Oregon, secondo il codice dell’Agenzia Mondiale Anti-Doping (WADA) il suo consumo è vietato nell’ambito delle competizioni sportive ma non al di fuori di esse, in quanto la marijuana è considerata “sostanza da abuso” e non è comunemente utilizzata per il miglioramento della performance atletica.

La violazione delle regolamento dell’Agenzia Mondiale Anti-Doping potrebbe costarle fino ad un massimo di a tre mesi di squalifica, periodo che può essere ridotto ad un mese dato che l’atleta ha scelto di sottoporsi ad un programma di counseling per il trattamento del suo abuso di cannabis proprio come prevede l’Agenzia Anti Doping Statunitense che consente la riduzione del periodi di squalifica per gli atleti che prendono parte a dei percorsi di riabilitazione in caso di consumo di droghe, che non hanno effetti sulla performance sportiva, avvenuto al di fuori della competizione. Qualora il periodo di allontanamento dalle competizioni per Sha’Carri dovesse essere di un mese la sua partecipazione ai giochi olimpici in terra nipponica sarebbe ancora possibile, poiché il periodo di squalifica andrebbe dal 28 Giugno 2021 al 28 Luglio 2021 e le gare femminili dei 100 metri di corsa avranno luogo a partire dal 30 Luglio.

L’ammissione di colpa della velocista non è tardata ad arrivare la Richardson si è infatti detta pronta ad assumersi la responsabilità delle sue azioni ma ha anche affermato di essere umana, twittando “ I am human” dal suo profilo Twitter ufficiale e spiegando che ha consumato marijuana dopo aver appreso della morte della sua madre biologica la settimana precedente ai trials.

Sebbene la presenza di Sha’Carri Richardson alle prossime olimpiadi sia ancora possibile, negli scorsi giorni altre black excellence hanno perso il loro biglietto per Tokyo 2021. L’ atleta namibiana Christine Mboma velocista rivelazione dell’anno sui 400 metri non gareggerà a causa di livelli di testoterone troppo alti. Il regolamento olimpico sull’iperandrogenismo ha eliminato dai giochi anche altre due atlete sudafricane, Caster Semenya e Beatrice Masilingi. Infatti secondo quest ultimo le atlete che presentano  livelli di testosterone naturalmente elevati non sono idonee a competere per eventi  con distanze comprese fra 400 metri ed un miglio ed impone alle sportive di sottoporsi ad un trattamento per la riduzione dei valori di testosterone per un periodi di sei mesi consecutivi prima di poter prendere parte ad una competizione per tali distanze.

Quindi seppure tutte queste velociste durante le preselezioni dei giochi olimpici hanno stabilito dei nuovi record probabilmente nessuna di loro potrà difendere i propri titoli a Tokyo2020.

Si può anche come

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