Biden e le sue gaffes razziste su Obama e gli indiani americani

da Nicola Paparusso
Mandatory Credit: Photo by Nati Harnik/AP/REX/Shutterstock (10124115p) Former Vice President Joe Biden speaks at the Chuck Hagel Forum in Global Leadership, on the campus of the University of Nebraska-Omaha, in Omaha, Neb Joe Biden, Omaha, USA - 28 Feb 2019

Da ragazzino, a scuola, era soprannominato “Dash” ed i suoi compagni lo prendevano in giro perché non riusciva a completare una frase prima di cominciarne un’altra. Lo stesso che di recente ha promesso di combattere il razzismo nel suo Paese, l’ex vicepresidente di Obama e a lungo senatore del Delaware, è stato spesso l’autore e protagonista di una serie di imbarazzanti gaffes, anche a sfondo razziale. Come ha ricordato di recente Dagospia, il neo Presidente Usa è la medesima persona che nel 2007 riguardo al giovane candidato Obama diceva che “è il primo afroamericano di tendenza, che parla bene, sveglio, pulito e di bell’aspetto”.  Non mi è per nulla simpatico Trump, però non riesco a fare a meno di chiedermi cosa sarebbe successo in passato se la stessa frase l’avesse pronunciata il suo predecessore.

E sempre in tema di gaffe razziste, parliamo dello stesso Joe Biden che non più tardi dello trascorso maggio, al termine di un’intervista radiofonica di 18 minuti su The Breakfast Club, il programma più seguito dalla comunità afroamericana, si è rivolto al conduttore Charlemagne tha God con una battuta incommentabile: “Hai altre domande? Ti dico cosa, se hai un problema a capire se stai con me o con Trump, allora non sei nero“. Soltanto qualche ora dopo, resosi conto della frase infelice, Joe Biden si è scusato per le sue parole, definendole “davvero sfortunate“. Joe Biden era apparso alquanto infastidito dalle domande incalzanti del conduttore, che ha sottolineato come il suo disegno di legge sul crimine del 1994 influì sul picco delle incarcerazioni delle persone afroamericane. Peraltro, durante le primarie, Joe Biden ricevette le durissime critiche, proprio su questo punto, di Kamala Harris.

Fra gli scivoloni venati di razzismo, anche una frase pronunciata sugli indiani americani: “In Delaware la popolazione che cresce di più è composta da indiani americani, che provengono dall’India. Non si può entrare in un 7/11 o un Dunkin’ Donuts senza un leggero accento indiano: non sto scherzando!”.

Gli scivoloni di Joe Biden

Che Biden spesso scivoli in affermazioni piuttosto imbarazzanti lo ricorda anche il Corriere della Sera. Nella sua lunga carriera, ricorda il Corriere, è riuscito a fare le condoglianze per persone vive, a invitare un senatore sulla sedia a rotelle ad alzarsi e dire che i “bambini poveri sono altrettanto brillanti e altrettanto talentuosi dei bambini bianchi”. E anche più di recente, in un’intervista televisiva, ha chiamato il suo sfidante Donald Trump, “George”. Durante un dibattito con i governatori del Michigan, del New Jersey e del Connecticut, l’allora candidato Dem affermò che l’America era nel mezzo di una pandemia che era già costata più di 85mila posti di lavoro e la “vita di milioni di persone“. Tuttavia, è probabile che Biden intendesse l’esatto contrario di quanto ha dichiarato, cioè che il coronavirus ha provocato la morte di 85mila persone negli Usa e la perdita di milioni di posti di lavoro.

Si può anche come

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