I lettori si aspettano di trovare nella mia rubrica articoli molto aderenti al mondo delle passerelle, degli show room o dei backstage. Ogni tanto però mi permetto di uscire leggermente dai miei binari per affrontare argomenti comunque paralleli. Voglio parlarvi dei nuovi percorsi della trasformazione digitale a supporto del mercato del fashion. Il mondo della moda sta cambiando. I progressi tecnologici spingono oltre il limite le modalità di ideazione, disegno, produzione e vendita. Pensare fuori dagli schemi è la parola d’ordine
Ne ho parlato con Alberto Improda, noto un avvocato romano, fondatore dello Studio Legale Improda, che non si occupa solo di cause civili o penali ma anche di ambiente e di innovazione ed infine docente in alcune Università come la LUISS. L’ho incontrato lo scorso 26 settembre al Castello Scaligero di Villafranca di Verona dove ha preso parte ad un dibattito alimentato da autorevoli giornalisti e imprenditori del fashion come Carlo D’Amario Ceo di Vivienne Westwood.
In che modo può l’innovazione garantire all’impresa il successo nel mercato globale?
migliorando i processi produttivi e la filiera di attività dell’impresa, contribuendo a rafforzarne ed espanderne il mercato e producendo un cambiamento radicale, che trasforma il quadro di mercato in cui l’impresa si colloca. È l’innovazione che crea nuovi processi, prodotti, servizi e modelli di mercato. Va detto però che l’innovazione nell’ambito dell’impresa non può essere considerata evento eccezionale, al contrario deve essere ricercata e pianificata in maniera sistematica. Le imprese che vogliono competere nel mercato globale hanno necessità di sviluppare un ambiente di lavoro, una cultura aziendale che incoraggi e ricompensi la creatività innovativa di tutti i dipendenti. Se l’impresa vuole essere veramente competitiva deve riuscire a creare un ambiente di lavoro nel quale l’intera forza lavoro partecipi e contribuisca alla pratica innovativa.
Quindi è sufficiente stimolare i dipendenti, creare un ambiente lavorativo più collaborativo?
No, non basta questo! Ovviamente serve un management di elevato livello che per primo deve dimostrare di essere innovativo per incoraggiare l’innovazione dell’impresa e che trasformi gli spettatori passivi che subiscono l’innovazione in soggetti attivi del processo di innovazione, cosi da creare nell’azienda un ambiente culturale” favorevole al cambiamento.
In Italia ci sono alcuni esempi di imprese, che hanno fatto dell’innovazione l’antidoto alla crisi economica mondiale?
Si e non sono isolati i casi di aziende e imprenditori che non affrontano la crisi ricorrendo alla cassa integrazione per operai e impiegati, ma assumono personale, investono nella ricerca, hanno bilanci non solo in attivo, ma addirittura in crescita, nonostante la crisi economica. L’innovazione gioca un ruolo centrale nella vita organizzativa e nelle decisioni strategiche. Per capire il fenomeno tradizionalmente si fa riferimento al lavoro degli economisti, ma questo tipo di analisi riesce a cogliere solo gli aspetti esterni del processo innovativo, senza spiegare in modo approfondito la genesi e i meccanismi di sviluppo di questo fenomeno all’interno delle imprese.
Soprattutto in questo momento storico, post COVID 19 in cui l’innovazione può essere la strategia efficace per affrontare la crisi, può essere interessante capire come poter caratterizzare gli ambienti ed i territori per favorire lo sviluppo dell’innovazione nelle imprese. Nell’epoca attuale l’innovazione rappresenta il punto di unione tra scoperta scientifica e vantaggio socio-economico, in quanto è lo strumento che consente il miglioramento dei contesti socio-economici. Per imprese e organizzazioni, pubbliche e private, l’innovazione è la chiave che apre la porta della competitività, consentendo dopo questo lockdow di tornare ad affacciarsi allo scenario economico in modo propositivo e vincente.