“Ci sono le statue che vengono abbattute quando il tiranno viene sconfitto, come quella di Saddam Hussein smantellata nel centro di Bagdad nel 2003. Nei pressi di Praga, per esempio, esiste un “cimitero” delle sculture dell’era comunista, mentre nella Repubblica Centrafricana un’immensa statua dell’ex imperatore Bokassa arrugginisce tra l’erba alta. Poi ci sono le statue diventate indesiderabili, se non insopportabili, perché le valutazioni storiche si sono evolute. È il caso di quella di Edward Colston, un mercante di schiavi del diciassettesimo secolo, scaraventata in mare da migliaia di manifestanti il 7 giugno a Bristol, in Inghilterra. Infine, ci sono le statue imbrattate come quella di Indro Montanelli a Milano. L’idea ci è venuta proprio guardando i telegiornali e le foto di quanto facevano quei manifestanti nei giorni più caldi del Black Lives Matter», spiega Marietou Dione, modella di origine senegalese e presidente dell’associazione African Fashion Gate, promotrice del poggetto La Moda Veste la Pace.
L’idea è quella di erigere un monumento contro il razzismo e le discriminazioni. «Siamo stati felici di farlo a Villafranca di Verona, vale a dire nel cuore della Padania leghista», aggiunge Marietou, che potete vedere nella foto accanto alla giornalista rai Barbara Capponi, che è stata premiata dall’associazione per il suo impegno a favore dell’inclusione.
UNA STATUA CONTRO LE DISCRIMINAZIONI
Discrimine Momentum, la statua realizzata dall’artista Daniele Basso su richiesta di African Fashion Gate che a sua volta ha donato al Comune di Villafranca ed esposta in via permanente nella Piazza Risorgimento. L’inaugurazione della scultura, si è svolta sabato 26 settembre, nella centrale piazza scaligera. Successivamente copie di questo lavoro saranno installate in altre città (Londra sarà la prima) e un’edizione in miniatura sarà donata al Parlamento Europeo. Nella concretizzazione del progetto è stata fondamentale la partecipazione di una famiglia di imprenditori di Arcole (Vr). I Piva hanno sostenuto economicamente e mediaticamente l’iniziativa per lanciare un messaggio alle istituzioni e alla società civile, evidenziando la necessità che tutti facciano la propria parte per migliorare il mondo in cui siamo ospiti, con la speranza che l’esempio venga raccolto da altri imprenditori e da tutti i cittadini.
L’obiettivo della donazione è: accrescere la consapevolezza sui temi del razzismo, dell’incitamento all’odio e della discriminazione nonché la promozione di una coesistenza di cittadini nella quale i valori democratici di solidarietà, tolleranza, conoscenza reciproca e rispetto per la diversità sono valori primari.
COSA È AFRICAN FASHION GATE
African Fashion Gate, che ha sedi in Europa, Africa e Stati Uniti, è un laboratorio permanente di iniziative culturali e interventi concreti contro i fenomeni di razzismo, discriminazione ed esclusione nel mondo della moda, delle arti, dello spettacolo e dello sport. In particolare, si impegna di fornire all’Agenzia dell ́Unione Europea per i Diritti Fondamentali (FRA) dati obiettivi e comparabili sui predetti fenomeni e mette il suo know-how a disposizione delle istituzioni e dei suoi rappresentanti per la definizione di interventi legislativi ad hoc.
Dal 2016 African Fashion Gate organizza a Bruxelles, nella sede del Parlamento Europeo di Bruxelles e sotto il suo Alto Patronato, il Congresso Mondiale della Moda e del Design, un momento di confronto e approfondimento sul tema delle discriminazioni nel mondo della moda, delle arti, dello spettacolo e dello sport. L’appuntamento è diventato anche l’occasione per conferire un riconoscimento pubblico a figure autorevoli che si siano distinte per l’impegno verso l’inclusione e contro la discriminazione e il razzismo.
Ad oggi il Premio la Moda veste la Pace è stato assegnato a icone del fashion system come Franca Sozzani compianta direttrice di Vogue Italia, agli stilisti Valentino Garavani, Giorgio Armani, Vivienne Westwood, al presidente della Camera Nazionale della Moda Italiana Carlo Capasa, ma anche a figure appartenenti ad altri settori, come Gabriele Gravina, presidente della Federazione Italiana Giuoco Calcio, e Paolo Del Brocco, amministratore delegato di Rai Cinema.
Il Premio Internazionale al Giornalismo della Moda è stato assegnato invece a giornalisti illustri come ad esempio Simone Marchetti direttore di Vanity Fair Italia
e Franco Di Mare direttore di Rai 3, Stefania Ragusa di Glamour, Veronica Timperi de Il Messaggero e Federico Poletti di La Repubblica ed a Barbara Capponi del TG1 Igiaba Scego de Il Manifesto, Unità e Repubblica.
African Fashion Gate organizza inoltre l’appuntamento annuale La Moda veste la Pace alle Arti Decorative del Louvre, in coincidenza con la settimana della moda parigina.
Dal gennaio 2019 La Moda Veste la Pace annovera una tappa anche a Minsk, in Bielorussia con l’intento di lanciare un appello volto a chiedere alle autorità di stabilire una moratoria ufficiale sulle esecuzioni e di commutare le condanne a morte di tutti i prigionieri nel braccio della morte.
Africa Fashion Gate ha avviato collaborazioni con alcune scuole di moda, tra le quali: l’Accademia Mario Foroni, l’Escuela Superior Sevilla de Moda ed Esmod Dubai.