Abu Mazen vuole più cristiani alle elezioni palestinesi di maggio

da Riccardo Onofri

Il presidente palestinese Mahmud Abbas Abu Mazen ha garantito che almeno sette seggi dell’organo legislativo andranno a cristiani nelle elezioni che si terranno il 22 maggio nei territori governati dall’Autorità Palestinese. I cristiani, che costituiscono solo l’1% della popolazione dei territori al di qua del Giordano, verrebbero così rappresentati politicamente in maniera nettamente sproporzionata. Per questa ragione, essi hanno reagito con disagio alla quota proposta, temendo gelosie e invidie nei loro confronti.

Alcuni negano che i cristiani, molti dei quali estremamente attivi in politica, economia, e nella società, siano discriminati e abbiamo bisogno di una quota loro riservata. Ma per Bassam Khoury, un ex ministro, probabilmente non ci sarebbe alcuna presenza cristiana nel consiglio senza una quota. “È difficile vincere a meno di un serio sforzo da parte delle fazioni teso a mettere un cristiano palestinese in un posto chiave, e quindi la quota è importante e necessaria”. Il capo dell’Arab World Observatory on Democracy and Elections, Hazem Kawasmi, residente a Gerusalemme, addirittura vorrebbe che il numero fosse nove seggi, “perché i cristiani palestinesi hanno dato contributi importanti alla vita palestinese e la loro presenza è importante”, e ha sottolineato che nelle elezioni del 1996 i cristiani palestinesi avevano una quota pari al 7% dei seggi.

L’emigrazione e il tasso di fertilità minore rispetto ai musulmani negli ultimi anni hanno prodotto un enorme calo della popolazione dei cristiani, che oggi sono circa 47000 su una popolazione di più di 3 milioni tra Samaria, Giudea, e Striscia di Gaza.

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